bluejade
Conosco una cittàche ogni giorno s’empie di solee tutto è rapito in quel momentoMe ne sono andato una seraNel cuore durava il limiodelle cicaleDal bastimentoverniciato di biancoho vistola mia città sparirelasciandoun pocoun abbraccio di luminell’aria torbidasospesi.
La terras’è velatadi teneraleggerezzaCome una sposanovellaoffreallibitaalla sua creaturail pudoresorridentedi madre.
Quale canto s’è levato stanotteche intessedi cristallina eco del cuorele stelleQuale foresta sorgivadi cuore a nozzeSono statouno stagno di buioOra mordocome bambino la mammellalo spazioOra sono ubriacod’universo
Stella, mia unica stella,nella povertà della notte sola,per me, solo, rifulgi,nella mia solitudine rifulgi;ma, per me, stellache mai non finirai d’illuminare,un tempo ti è concesso troppo breve,mi elargisci una luceche la disperazione in menon fa che acuire.
Come questa pietradel S. Michelecosì freddacosì duracosì prosciugatacosì refrattariacosì totalmentedisanimataCome questa pietraè il mio piantoche non si vedeLa mortesi scontavivendo
Come allodola ondosaNel vento lieto sui giovani prati,Le braccia ti sanno leggera, vieni.Ci scorderemo di quaggiù,E del mare e del cielo,E del mio sangue rapido alla guerra,Di passi d’ombre memoriEntro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,Sogni e crucci passati ad altre rive,Dov’è posata sera,Vieni ti porteròAlle colline d’oro.
L’ora costante, liberi d’età,Nel suo perduto nimboSarà nostro lenzuolo
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