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Fondata da Liu Bang, conosciuto come l’imperatore Sovrano di Han, la dinastia Han regnò per quattro secoli, dal 206 a.C. al 220 d.C., diffondendo la sua influenza sino al Vietnam, Corea e Asia Centrale. Considerata la prima delle più importanti dinastie della storia cinese, fu interrotta brevemente dalla Dinastia Xin (9-23 d.C.). Perciò vien definita dinastia degli Han occidentale (o anteriori – 206 a.C. – 9 d.C.) con capitale Chang’an, e dinastia degli Han orientale (o posteriori – 25 d.C. – 220 d.C.) con capitale Luoyang.
Fu questo un periodo di prosperità economiche, conquiste militari, centralizzazione del sistema politico, e grandi progressi intellettuali, culturali, artistici e scientifici, che la resero una delle grandi dinastie della Cina. Gli imperatori governarono per mantenere pace e prosperità, e promossero lo sviluppo del Confucianesimo, del Buddismo e del Taoismo.
Fu perfezionata la scoperta della carta, utilizzata quale supporto per la Scrittura, invece della seta. Ha notevolmente migliorato le tecniche della tessitura della seta, che accompagnata da alleanze con potenze straniere, diede ampio spazio commerciale, noto come la Via della Seta, che si estendeva sino all’impero romano. I beni scambiati erano seta e pietre preziose dalla Cina; vetro, avorio, argento e incenso dall’Impero romano.La dinastia Han è notevole anche per la sua produzione di ceramiche, prodotte come industria nazionale per il commercio e la gente comune, con sigilli riportanti gli uffici governativi o nomi del luogo di fabbricazione. Si assiste a un miglioramento nella produzione di terrecotte dure con decorazioni impresse e alla prima comparsa di ceramiche con coperta verde o gialla. Verso la fine della dinastia, si producono celadon di buona qualità con un contenuto di ferro inferiore al 2% ed il corpo di materiale molto compatto. Anche innovazioni tecniche di piombo son presenti, vasi esclusivamente usati come ceramiche mortuarie e funerarie, e non per uso quotidiano.
La dinastia Han cadde nel 220 d.C., e diede inizio al periodo dei Tre Regni con stati indipendenti ed in lotta per la supremazia.
E’ chiamato così questo primo periodo di disunione della Cina; un nome collettivo che comprende sei dinastie cinesi e vari regni, che seguono la caduta della dinastia Han nel 220 d.C. Guerre, pestilenze e instabilità politica caratterizzarono questo lungo periodo che si chiuse con l’avvento della dinastia Sui nel 581.
Le Sei Dinastie son comprese nel periodo dei Tre Regni (220-280), la dinastia Jin (265-420), e le dinastie del Sud e del Nord (420-589), con capitale Jiankang (odierna Nanjing). Le credenze tradizionali del Confucianesimo sono abbandonate, per dar spazio al Buddismo e Taoismo.Nonostante l’instabilità politica e territoriale, l’arte, la poesia, la scultura e la pittura continuano a evolversi, soprattutto con l’avvento della stampa che insegna i principi del buddismo alle masse. Così anche la calligrafia trova nuove espressioni artistiche.
Il periodo dei Tre Regni (Wei, Shu, Wu) rappresenta 60 anni di lotte fra tre imperatori (si consideravano tali), aventi diritto di successione alla dinastia Han, che termina con la conquista del Regno Wu da parte della dinastia Jin nel 280.
In questo periodo, e nel successivo della dinastia Jin, ci fu uno sviluppo della produzione del celadon e ceramiche con coperta nera di grande raffinatezza per uso nella vita quotidiana, nei rituali buddisti, e per le sepolture.
Dopo le sanguinose battaglie nel periodo dei Tre Regni, la dinastia Jin succede a Wei, riunificando la Cina con un regime feudale nel 280.
All’inizio del III secolo, la dinastia fu divisa in Jin occidentale (265-316), con capitali Luoyang e Chang’an; e Jin orientale (317-420) con capitale Jiankang (odierna Nanjing).
Il settore dell’artigianato che ebbe lo sviluppo più rapido durante questo periodo fu quello della produzione del celadon, soprattutto nelle fornaci di Yixing, Shaoxing, Diqing e Yuhang. La ceramica celadon utilizza una vetrinatura verde o blu che rassomiglia molto al colore della giada, considerata la pietra sacra.
Le dinastie del Nord e del Sud (420-589 d.C.) furono un periodo di grande agitazione, l’ultimo periodo delle Sei Dinastie e 16 Regni. Molti generali presero il controllo di una Cina divisa e ognuno governò per diversi decenni. Allo stesso tempo, fu un periodo di attività nella diffusione del Buddismo e delle arti d’ispirazione buddista in Cina.
Nel 420, il signore della guerra Liu Yu spodestò l’imperatore Jin, e fondò Liu Song, la prima entità politica di una serie di dinastie del Sud. Intanto le regioni a nord del Fiume Azzurro subirono una ribellione interna che divise il regno Wei in sedici piccoli regni.Alla metà del quarto secolo, la capitale diventa Luoyang, centro imperiale di varie dinastie precedenti. Gli imperatori incoraggiarono l’adozione di elementi della cultura cinese, assumere cognomi Han e alleanze matrimoniali. Nonostante le turbolenze politiche, fu un periodo che vide progressi in medicina, astronomia, e cartografia. Anche l’industria di vasi e ceramica di questo periodo si caratterizza per eleganti forme con stili decorativi semplici e pregevoli.Anche la religione buddista fiorì in questo periodo, e ne son grande testimonianza le Grotte di Yungang, Shanxi, ricche di statue buddiste scolpite durante il governo degli Wei del Nord. Il monaco Bodhidharma si reca in Cina all’inizio del VI secolo, e le varie storiche mitologie su questo monaco iniziano a divulgarsi.Nel 581, lotte per il dominio del Regno di Mezzo iniziano con l’imperatore Wen dei Sui che sconfisse i Zhou del Nord, ed in seguito conquistando le regioni meridionali, dando inizio alla dinastia Sui.
Dopo quasi quattro secoli di divisione, la Cina è riunificata.
Alla fine di più di tre secoli di disunione e forti conflitti politici e dinastici, compare la Dinastia Sui (581-618) fondata da Wendi Yang Jian, visionario capace di riportare consolidamento nell’imperio e nel territorio cinese. Ma fu una dinastia breve, di soli 37 anni, chiusasi con il terzo imperatore, sconfitto in varie battaglie con stati confinanti del Nord e ribellioni interne.
Grande fu l’apporto del Buddismo, introdotto in Cina nell’ultimo periodo della dinastia Han e sempre più accettato ed incoraggiato dalle famiglie imperiali Sui, creando una forza culturale unificante che sollevò la popolazione dalla guerra. Durante la dinastia Sui, il Buddismo fu responsabile per la rinascita della cultura in Cina.Altro contributo significativo e di crescita economica fu lo scavo del Canale Imperiale, di 1.500 km, una via d’acqua artificiale che creò una rete di vie navigabili per il trasporto, il commercio, e a scopo militare, che univa le capitali Chang’an (Daxing) e Luoyang. Altri progetti, come la ricostruzione della Grande Muraglia, e la riunificazione della moneta, aumentarono la crescita dell’impero, aprendo le porte alla futura dinastia Tang.Altra scoperta di questo periodo, influenzata dall’India, è l’introduzione di esemplari di ceramica bianca e di vasellame in terracotta invetriata con coperte policrome, nelle sculture di grotte e templi buddisti.
Fondata dalla famiglia Li, la Dinastia Tang regnò per quasi tre secoli (618-907 d.C.), brevemente interrotta dalla seconda dinastia Zhou (690-705). Con capitale a Chang’an (odierna Xi’an), vien descritta come l’apice della civiltà cinese, un periodo di pace e prosperità, assicurato da eserciti pronti a difendere i confini dell’impero, che ha favorito il fiorire di produzioni artistiche. La capitale Chang’an era una grande metropoli, un’attrazione per diplomatici di tutto il globo, ciò che faceva della Cina il vero “Regno di Mezzo”.
Ritorna il Confucianesimo, insegnato nell’educazione e richiesto da tutti i candidati a cariche pubbliche. Arrivano anche i primi missionari che iniziano a predicare la Cristianità nestoriana, costruendo chiese e tempi, e traducendo i loro testi sacri. Anche il Buddismo aumenta, dovuto agli scambi con l’India, anche se sperimentò un declino verso la fine del nono secolo.La Via della Seta, più sicura e frequentata, diventa una risorsa economica per l’impero, ed arricchisce la dinastia Tang di nuove tecnologie e costumi culturali del Medio Oriente, India, e Persia, con nuove idee sul vestire, nuovi tipi di ceramica (tricolori figurine tombali, ceramiche sancai con coperta a base di ossido di piombo, smalti di cobalto blu), e lo sviluppo dell’argenteria. La figura del drago è sostituita da sculture di cavalli e cammelli (simboli di potere) collocati nelle sepolture dell’aristocrazia, insieme a ornamenti di oro e argento. Famosi di quest’epoca sono i poeti, i pittori e gli scrittori di enciclopedie storiche e geografiche. Cresce la stampa di xilografie per le masse, e arte e cultura continuarono a fiorire.Nella potente capitale Chang’an regna una grande tolleranza religiosa, con il Buddhismo che favorisce un’arte scultorea e pittorica estremamente varia. La pittura Tang raggiunge livelli elevatissimi nell’ambito del paesaggio, che troverà poi piena affermazione sotto i Song. Anche la statuaria assume un alto livello artistico, come testimoniato dalla statua del Buddha delle grotte di Longmen (Henan), dai guardiani dei santuari (con muscolature marcate), e statuine delle dame di corte, danzatrici o suonatrici molto apprezzate per la loro eleganza.L’epoca d’oro della dinastia Tang vide la sua fine per una varietà di eventi: le inondazioni del Canale Imperiale (858) che portarono la morte di migliaia di persone; le carestie e disastrose siccità del 873; e le rivolte del generale Zhu Wen (che fondò la dinastia Liang, la prima delle Cinque Dinastie) dell’inizio del nono secolo che indebolirono il controllo centrale degli imperatori.
La scomparsa della dinastia Tang fu seguita da 53 anni di disunione che gli storici chiamano “Periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni,” che aprì le porte alla dinastia Song che riunificò il paese nel 960.
Cinque dinastie (Liang posteriore, Tang posteriore, Jin posteriore, Han posteriore, and Zhou posteriore) si susseguirono nel Nord, e più di dieci regni si affermarono al Sud.
Anche se breve, fu per la ceramica un periodo di sviluppo della tecnica con l’introduzione delle “ceramiche bianche”. Inoltre, ispirata dal Taoismo, la pittura introdusse la “paesaggistica svariata” della Cina, con pennellate d’inchiostro che mostravano la sacralità delle montagne, luoghi fra cielo e terra, raffiguranti il mondo naturale come fonte di armonia.
Al tempo delle Cinque Dinastie e per tutta l’era Song, il Nord della Cina fu dominato dalla dinastia Liao (907-1125), di etnia Khitan (conosciuta come impero Kitai) e poi da quella Jin, di etnia Jurchen (1125-1234).
La dinastia Liao regnò sulle regioni della Manciuria, Mongolia e Cina settentrionale, anche se il primo sovrano Khan Abaoji proclamò l’impero solo nel 916. Non possedendo una scrittura, i Kitai introdussero un sistema di scrittura nel 920 (“scrittura grande”) e nel 925 (“piccola scrittura”) basato sulla trascrizione fonetica della scrittura degli Uiguri.Anche in questo periodo l’industria ceramica si adattò alle esigenze della nuova dinastia, con la creazione di ceramiche chiamate “Liao sancai”, imitazioni dei prodotti dei forni Cizhou, e ceramiche bianche della manifattura Ding.Il potente regno dei Liao fu distrutto dagli Jurchen della dinastia Jin nel 1125, che attaccarono il regno Kitai dal nord.
Dopo le dinastie Han e Tang, la Dinastia Song è considerata il terzo periodo d’oro della civiltà Cinese, con importanti progressi nella letteratura, nella filosofia e nelle scienze. Durò oltre 300 anni (960-1279), sebbene il suo regno sia diviso nei periodi Song del Nord (o settentrionali, 960-1127) con capitale Kaifeng, e Song del Sud (o meridionali, 1127-1279) con capitale Lin’an (l’odierna Hangzhou).
Zhao Kuangyin unì le pianure centrali della Cina e le regioni meridionali, fondando la dinastia Song nel 960.
La dinastia Song portò la massima prosperità economica nella storia della Cina, passando dall’economia agricola all’economia commerciale.
Il governo concesse la proprietà delle terre ai contadini, la classe mercantile si sviluppò, e la tecnologia scoprì la bussola magnetica, la stampa, e la polvere da sparo. La produzione della carta, la seta, l’introduzione del cotone nell’industria tessile, e l’arte della porcellana continuarono a crescere nel commercio. La libertà di espressione e l’invenzione della stampa procurarono agli studiosi, letterati, artisti un ambiente ideale per contemplare, dibattere e diffondere le loro opere artistiche anche oltre impero.
Ma fu anche un periodo che sperimentò la brutalità di invasioni dal Nord (Jurchen, della dinastia Liao), che nel 1127 conquistarono la capitale Kaifeng, e che spinsero la popolazione a migrare verso il Sud, stabilendo una nuova capitale Lin’an (l’odierna Hangzhou). Questa tragica storia di migrazione forzata è ben impressa nei dipinti Song. La ceramica del periodo Song si sviluppò egregiamente nel commercio e nella tecnica, raggiungendo livelli d’arte molto elevati nei processi di cottura, nella invetriatura, nella decorazione, e nell’estetica generale. Son di fama mondiale i “cinque famosi forni imperiali” (Jun, Ru, Guan, Ge e Ding) che esportarono porcellane nella Thailandia, Filippine, Indonesia, Giappone, India, Europa ed Egitto.La fine di questo periodo apice della Cina, caratterizzato da uno sviluppo filosofico e artistico, centralizzazione politica, e la crescita economica, arrivò nel 1279, quando Kublai Khan, nipote di Gengis Khan, sconfisse la dinastia Song del Sud.
Fondata nel 1115 da Jurchen Wanyan Aguda, la dinastia Jin sconfigge la dinastia Liao nel 1125, e due anni dopo, l’esercito saccheggia Kaifeng, la capitale dell’impero della dinastia Song del Nord, costringendo grandi migrazioni della popolazione Song (oltre tre milioni) verso il Sud.
Dopo la conquista della Cina settentrionale, trattati di pace con i Song Meridionali, la dinastia Jin conobbe un periodo di prosperità, e di valorizzazione della cultura cinese attraverso matrimoni e assimilazione di nomi cinesi. Nel 1153, la capitale Huining Fu nella Manciuria (odierna Harbin) si sposta a Zhongdu (odierna Beijing). Quattro anni dopo, nel 1157, i palazzi della nobiltà di Zhongdu vengono distrutti, e la capitale diventa Kaifeng, ricostruita dopo il saccheggiamento del 1127.La dinastia Jin soccombe alle pressioni dei Mongoli a nord, e dopo la conquista della dinastia Xia occidentale da parte di Genghis Khan, fu la volta dell’impero Jin, con la presa della capitale Kaifeng e la fine della dinastia nel 1234.
Il sovrano mongolo Kublai Khan fondò la dinastia Yuan (1271-1368) con un impero di vastità senza precedenti diventando il primo Imperatore della Cina a non essere un cinese Han. Scelse come capitale Dadu (odierna Beijing), sconfiggendo le ultime resistenze dei Song Meridionali, e stabilendo il “Grande Impero Yuan”.
In così vasto impero, la dinastia Yuan sviluppò il commercio con altri stati come l’India, Medio Oriente e l’Europa, contribuendo alla diversità culturale dell’impero. Il più famoso straniero fu Marco Polo, che per 17 anni ammirò le tradizioni cinesi.Istruito nella storia e filosofia cinese, sin dai primi anni del suo regno, Khblai Khan adottò molte usanze delle dinastie cinesi precedenti, come l’amministrazione politica e l’uso dei nomi Han. La dinastia Yuan fu la prima a usare quasi esclusivamente banconote, data la scarsità di rame. In politica e amministrazione, Khblai Khan chiese consulenza da un consiglio Han; incoraggiò la scienza e la religione; sostenne il commercio nella Via della Seta, e scrisse una lettera in latino al Papa chiedendo di mandare missionari cristiani in Cina. Anche il Buddismo (Tibetano) e il Confucianesimo fiorirono durante la dinastia Yuan, mentre il Taoismo soffrì persecuzioni.Nell’ambito dell’arte, ci fu uno sviluppo dell’opera, della forma poetica, e della pittura paesaggistica (uccelli e fiori). L’artigianato e l’agricoltura, elementi base dell’economia della civiltà cinese, soffrirono molto, data l’eccessiva impronta militaresca tipica delle popolazioni mongole. Comunque, le ceramiche della dinastia Yuan vennero esportate in grande quantità in località lontanissime, sino all’Africa del Nord.Nel 1368, Zhu Yuanzhang conquistò la capitale Dadu-Beijing, espellendo i mongoli dalle Pianure Centrali della Cina, dando inizio alla dinastia Ming.
L’ultima grande dinastia cinese fu la dinastia Ming (1368-1644) che determinò il crollo della dinastia Yuan di origine mongola. Chiamata anche “il Grande Impero dei Ming”, regnò per tre secoli, con la prima metà di vivace espansione commerciale, ed una seconda tormentata da discordie e crisi interne.
Zhu Yuanzhang, fondatore e primo imperatore della dinastia Ming, riportò l’etnia Han al dominio della Cina, e regnò per i primi 30 anni (1368-1398). Orfano a giovane età, fu istruito in un monastero buddista, dove apprese filosofia, governo e religione. Qui trova i contatti necessari per iniziare la rivolta contro la dinastia Yuan. Spostò la capitale dell’impero a Nanjing, e appoggiò la creazione di comunità agricole autosufficienti.Gli imperatori Ming incoraggiarono un rinnovato senso d’identità culturale e artigianale, come lo testimoniano i bronzi e vari oggetti funerari che rispecchiano le dinastie Shang, Zhou e Tang. (Yan) Beijing diventa nuovamente capitale all’inizio del 14° secolo, quando la dinastia Ming raggiunge il suo culmine durante il regno del terzo imperatore, Ming Chengzu (Yongle). L’imperatore costruisce i palazzi della famosa Città Proibita, e restaura il Canale Imperiale. Un successivo progetto fu la costruzione finale della Grande Muraglia, iniziata durante le dinastie Qin e Han. Le imprese più straordinarie del periodo Ming furono le sette spedizioni navali di Zheng He, che attraversò il sudest asiatico e l’oceano Indiano.Nel primo periodo della dinastia Ming, i mercanti cinesi tornarono ad avere un ruolo fondamentale per la rinascita culturale ed economica del paese, raggiungendo terre lontane (e il Giappone), ed esportando le rinomate ceramiche Ming, porcellana di varietà incredibile con nuove coperte colorate e nuovi smalti. Famose sono la coperta verde smeraldo dell’era Yongle, il rosso rubino dell’era Xuande, i doucai dell’era Chenghua, ed il “bianco e blu“.Anche la religione e la filosofia ottennero un posto importante nella vita della dinastia Ming. Il Taoismo prosperò durante il regno del devoto taoista Imperatore Jiajing (1521-1567), che fece costruire tre famosi templi a Beijing: il Tempio del Sole, il Tempio della Terra e il Tempio della Luna.
Una serie di calamità naturali ed una crisi economica, portarono al declino della dinastia Ming.
Siccità e carestie del 17° secolo, epidemie e inondazioni, le guerre con i Mongoli, le incursioni di pirati giapponesi nelle città costiere, il terremoto del 1556 nello Shanxi, misero in crisi il governo centrale Ming. La crisi economica iniziò con la mancanza dell’argento, l’aumento delle tasse, e la svalutazione del denaro.
La dinastia Ming perde il “Mandato dal Cielo”, e soccombe al ribelle Li Zicheng del popolo dei Manciù nel 1644.
Fondata dal clan Manciù nell’attuale Manciuria, la dinastia Qing (Ch’ing) iniziò il suo regno in Cina quando forze militari dei Manciù conquistarono la capitale dei Ming, Beijing nel 1644, fino alla Rivoluzione Xinhai (1911) e l’abdicazione del suo ultimo imperatore (1912).
Fu l’ultima dinastia della Cina, con l’imperatore Shunzhi (terzo della dinastia Qing) primo Qing a governare in Cina (1644-1661). La dinastia Qing raggiunse una notevole espansione territoriale, con risultati importanti anche nell’arte e letteratura. Gli ultimi decenni del XIX secolo furono afflitti da sconfitte militari con l’Europa e il Giappone, da conflitti interni e da forti crisi economiche.I governatori Manciù istituirono l’usanza del “codino” e della rasatura dei capelli sulla fronte, per simboleggiare la fedeltà alla dinastia. L’imperatore Kangxi, che a soli otto anni eredita il trono nel 1661, regnò per 60 anni diventando uno dei più notevoli imperatori Qing, un periodo d’oro della dinastia. Famosa fu la sua abilità militare e il suo amore per la letteratura, filosofia, e scienze, e il suo interesse per la cultura occidentale.La produzione artigianale delle porcellane raggiunse il culmine del suo sviluppo durante la dinastia Qing, con più di 100.000 artigiani nel settore. Le porcellane di quest’epoca comprendono i “bianchi e blu”, gli wucai, le “blu cielo”, i susancai, le “famille rose” etc… In questo periodo, il possedere porcellane cinesi è motivo di grande orgoglio anche tra il popolo. Dall’inizio del XIX secolo, la dinastia Qing iniziò a chiudere i mercati con l’Europa, o a limitare l’esportazione della seta, il tè e l’oppio, creando difficoltà economiche per l’artigianato e agricoltura. Con un’economia in panne, la dinastia continuò a indebolirsi, e le rivolte della popolazione furono espressioni del malcontento contro la dinastia (rivolta dei Taiping 1850-1864). Inoltre i Qing uscirono sconfitti durante le Guerre dell’Oppio contro la Gran Bretagna (1839-1842) e contro Francia-Gran Bretagna (1858-1860), e la Prima Guerra Sino-Giapponese (1894-1895).
Anche la “rivolta dei Boxer” del 1899-1901 fu una manifestazione anti-dinastica contro gli europei e i convertiti al cristianesimo.
Alla fine, nel 1911, Sun Yat-sen guidò la Rivolta di Wuchang (Rivoluzione Xinhai) che rovesciò la dinastia Qing, ponendo fine a migliaia di anni di dominio imperiale.
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